mercoledì 14 marzo 2007

Lavorare a Siena

Riprendo un post vecchio letto su un blog, che mi è molto piaciuto.

Come un giovane può vivere a Siena e portarsi a casa uno stipendio? A Siena ci sono due modi per un giovane per portarsi a casa uno stipendio: - si trova un impiego grazie ad una raccomandazione politica o di un gruppo di potere; - si apre una attività, assicurandosi prima gli appoggi giusti dei potenti, che altrimenti ti fanno chiudere in men che non si dica (nel caso di ragazze c’è anche una terza opzione: sposare un uomo in una delle due condizioni sopra esposte.
Pratica molto triste e degradante, anche se tollerata da taluni genitori).
In entrambi i casi ci si mette in situazioni poco piacevoli. Nei circoli che contano è previsto che se uno riceve un piacere poi debba anche farne, pur controvoglia.
Inoltre è triste raggiungere un posto importante sapendo che è avvenuto non per le proprie capacità, ma per essersi venduto a logiche di scambio di favori.
In questa situazione, che fanno i giovani intelligenti che non vogliano scendere a tristi compromessi?
Se ne vanno. Letteralmente emigrano, in cerca di un posto dove vengano valutati per quel che sono e dove non si debbano incatenare a potenti di ogni tipo per portare a casa uno stipendio.
Spesso tentano la via di Milano, di Roma, poi l’estero verso l’Inghilterra o l’America.
Ma perché questi potenti non portano avanti anche qualche giovane intelligente? Presto detto.

L’intelligenza è un fattore pericoloso per chi si trovi immeritatamente in una posizione di potere, perché implica indipendenza di pensiero, libertà di scelta e di giudizio, anche sui propri ‘capi’ incapaci.
Perciò vengono portati avanti solo gli ‘utili stupidi’, gli ambiziosi ma senza capacità, portati a sopravvalutare il giudizio altrui.
Ecco perché la città ha utili stupidi in posti di potere in numero crescente ed ecco perché un giovane intelligente per uno stipendio onesto verso gli altri e verso se stesso deve sempre più spesso andarsene.
Tutto ciò, mentre l’aspetto che più caratterizza i senesi e per il quale veniamo invidiati o derisi dal resto d’Italia è l’attaccamento alla città.
Chi, fra coloro che leggono queste righe non conosce almeno un senese che vive altrove e che non voglia ritornare?
Ebbene, allora facciamo in modo che i nostri giovani abbiano un futuro in città, o se ne vadano solo per scelta

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo e purtroppo verissimo post...non cambierei neanche una virgola. Magari dovremmo darci da fare per cambiare la realtà che il post descrive.
Ala Sinistra