domenica 18 marzo 2007

Cosa succede? AC Siena, MPS e il nuovo Presidente

Ecco l'articolo sull'Espresso che ha agitato le acque della tranquilla Siena.
Una cosa studiata ad hoc, oppure solo una notizia giornalistica vera?

Quattro mesi di carcere nel ‘91, poi una nuova richiesta di arresto della Procura nel 2003.

Il nuovo presidente del Siena? È un avvocato romano. Anzi, romanista. Già. proprio cosi: Giovanni Lombardi Stronati fa il tifo per Totti e compagni. Tanto che un paio di anni fa non ha esitato
a metter mano al portafoglio per finanziare, come socio, l’avventura (di successo) del giornale “Il Romanista”, l’unico quotidiano al mondo interamente dedicato a una squadra di calcio. A Siena invece Lombardi Stronati è approdato, un po’ a sorpresa, a caccia di affari. La squadra era sull’orlo del crack. Il patron Paolo De Luca, che doveva fare i conti con la difficile situazione delle sue aziende (lavori stradali, ecologia), l’aveva messa in vendita da tempo. Contatti e trattative sono andati a vuoto fino a quando non è spuntato all’orizzonte l’avvocato giallorosso. La regia dell’operazione porta la firma del Monte dei Paschi di Siena, da sempre nume tutelare di tutto ciò che conta nella città del Palio. Male che vada si maligna a Roma, Lombardi Stronati avrà fatto un favore a una grande banca, che saprà come ricompensarlo. Il nuovo patron (ma il contratto definitivo sarà siglato solo a fine mese) si sarebbe impegnato a spendere circa 25 milioni di euro, che dovrebbero servire a tappare le falle di conto economico (almeno 5 milioni), a pagare i debiti con il fisco e la previdenza e a ridare fiato alle casse stremate della squadra. In caso contrario il Siena potrebbe vedersi negare dalla Federcalcio l’iscrizione al prossimo campionato. Fine dei guai? Mica tanto. Il bilancio, se le promesse verranno mantenute, potrebbe tornare presto in equilibrio. In compenso, il Siena rischia il fallimento sui campo di gioco. L’annuncio del cambio di proprietà ha coinciso, l’11 marzo, con una sconfitta in casa contro l’ultima in classifica, l’Ascoli, La zona retrocessione ormai è a un passo. Lombardi Stronati però è ottimista. Lo ha detto a calciatori e allenatore nel dopo-partita. C’è da fidarsi. L’avvocato romano, in 20 anni di carriera, ha dimostrato di saper correre sul filo del rasoio. Le cronache raccontano che cominciò da assistente dell’immobiliarista Marco Squatriti. Nel 1991, proprio insieme a lui, inciampò nell’inchiesta penale su Italsanità, una storiaccia di truffe, bilanci falsi e tentate estorsione che costò a Lombardi Stronati una condanna a quattro mesi di reclusione. In un’intercettazione telefonica dell’epoca si sente il neo proprietario del Siena vantare i suoi buoni rapporti con Cesare Previti, Storie vecchie. Da tempo Lombardi Stronati si muove da battitore libero. E non passa inosservato. A Roma compra e vende palazzi a gran velocità: via Baccina, via Bologna, via Poli, giusto per citare alcune operazioni. Ma la sua specialità si chiama securitization, parola difficile che indica più banalmente l’acquisto di partite di crediti che vengono poi rivenduti o riscossi alla scadenza . Affari importanti, da decine di milioni di euro. Nel conto però va messo anche un altro incidente di percorso con la magistratura. Nel dicembre 2003 il pubblico ministero di Potenza Henry John Woodcock‘ aveva chiesto l’arresto di Lombardi Stronati per una complicata storia di corruzione che aveva a che fare con la liquidazione della vecchia Federconsorzi. Il Gip respinse la richiesta e l’inchiesta venne trasferita a Roma per competenza. Nel gran calderone delle indagini finì anche Meliorbanca, allora, come adesso, importante alleato bancario del futuro patron del Siena. In tandem con l’istituto di credito milanese, a quei tempi guidato dal presidente-fondatore Pierdomenico Gallo, l’attivissimo Lombardi Stronati incappò in un’altra disavventura, in Francia, La Cob, la Consob parigina, nel 2003 indagò sudi lui per insider trading sul titolo Pechinev. Nessuna conseguenza, almeno finora. Nel frattempo però l’avvocato romano ha fatto in tempo a inserirsi in un’altra vicenda sul filo del rasoio, questa volta con il marchio Innotech, minuscola e malandata società quotata in Borsa sul mercato Expandi, l’ex Ristretto. Fino all’anno scorso Lombardi Stronati figurava tra gli amministratori di questa piccola holding di partecipazioni. Poi ha lasciato l’incarico. I guai però lo inseguono. La Consob ha impugnato i bilanci del 2005 e del 2004. Quando Lombardi Stronati era amministratore e azionista importante della società.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

In una lettera inviata dallo studio legale Fusillo & Associati, l’avv. Alessandro Fusillo in rappresentanza di Stronati, smentisce tutto quanto scritto da Malagutti soprattutto il fatto di aver scontato una condanna a quattro mesi di arresto o reclusione. Una lunga e dettagliata memoria che fa cadere quasi tutte le certezze dell’articolista de L’Espresso e che intima allo stesso periodico una smentita “delle notizie false e diffamatorie “ contenute nell’articolo pubblicato.

Vediamo come andrà a finire

Anonimo ha detto...

sapevo che aveva anche intenzione di denunciare il giornalista per diffamazione.
Per fare chiarezza e cancellare tutti i dubbi spero che lo faccia, perchè se Stronati si limita a dire "è tutta diffamazione" la discolpa non mi sembra credibile

Anonimo ha detto...

Smentire il fatto DI AVER SCONTATO UNA CONDANNA non vuol dire smentire di averla avuta...ci sono le condizionali, gli indulti, l'affidamento ai servizi sociali.
Preferirei fosse smentita la notizia della condanna in se.
Altrimenti non si dovrà che ringraziare ancora una volta il Monte per aver scelto con oculatezza e saggezza il compratore

Anonimo ha detto...

per come vanno le cose io credo che valga + una condanna che una laurea, una esperienza, un master ecc...

insomma..più di qualunque capacità provata.

volete mettere avere nel CV una scritta del tipo
Condannato per truffa, o altro..

Questo ci porta in EUROPA!!!

Indipendente ha detto...

Riportiamo senza commento due articoli pubblicati dal quotidiano "Il Centro":



di Rocco Coletti

Aperta un’indagine sulla Valle del Giovenco

La denuncia di un ex collaboratore della società fa scattare i controlli federali

A giorni ascoltati anche i tesserati della società marsicana lanciata verso la promozione in C2



Il mondo dei dilettanti abruzzesi è in agitazione. Da alcuni giorni, infatti, tra gli addetti ai lavori circolano voci sul conto di una inchiesta federale nata per fare luce sul passato campionato di Eccellenza. Per chiarire i veleni che solitamente caratterizzano i finali di stagione, specialmente tra i dilettanti. Di certo, al momento, c’è che l’ufficio della Figc che fa capo a Francesco Saverio Borelli ha aperto un fascicolo. Dentro il quale c’è il testo di una deposizione spontanea resa da un ex collaboratore della Valle del Giovenco, la società promossa in serie D al termine dei play off nella scorsa stagione. E che oggi è capolista del girone F.
Sarebbe stato un ex collaboratore della società marsicana a contattare gli 007 federali e a chiedere di essera ascoltato. Una decina di giorni fa il faccia a faccia durante il quale avrebbe denunciato alcuni presunti illeciti commessi nel corso della passata stagione. E’ facile immaginare che il contenuto della deposizione resa riguardi da vicino il cammino del sodalizio gialloverde. Che, va ricordato, ha chiuso l’ultimo campionato di Eccellenza al secondo posto, dietro la Santegidiese. E poi ha vinto dapprima i play off regionali (eliminando l’Atessa e il Cologna Paese) e poi ha superato i due turni interregionali necessari per acquisire i diritti a disputare la serie D. Ha parlato e ha raccontato alcuni fatti l’ex collaboratore della Valle del Giovenco. Ovviamente, il suo nome e il testo della deposizione sono top secret. Si sa soltanto che la presunta “gola profonda” è stata per diverso tempo a contatto con i vertici della società marsicana. Viene dipinta come un personaggio che ha vissuto da vicino le imprese sportive dei gialloverdi.
Ma i rapporti si sono poi interrotti bruscamente. E a distanza di tempo ha contattato l’ufficio indagine per raccontare fatti e misfatti del finale di stagione. Di presunti illeciti o di rapporti ambigui nel cammino verso la promozione in serie D.
Audizioni in vista. Dell’indagine a Pescina sono al corrente, perché le voci che circolano tra gli addetti ai lavori, tra i dilettanti, sono arrivate anche alle orecchie dei dirigenti gialloverdi. Che, tra l’altro, sono stati convocati dagli 007 federali per essere ascoltati sulla vicenda. E questo è il secondo passo ufficiale dell’inchiesta. Questione di giorni e alcuni tesserati della Valle del Giovenco risponderanno alle domande degli ispettori alle dipendenze di Borrelli. Tutti desiderosi di trovare riscontri alle affermazioni dell’ex collaboratore di Angeloni e Stronati Lombardi. Nel suo racconto avrebbe fatto nomi e raccontato circostanze che tirerebbero in ballo anche altri tesserati e altre società. La sensazione è che saranno sentite molte persone.
Al di là del racconto del denunciante, infatti, serviranno dei riscontri per sostenere un’eventuale accusa. Ma a differenza della giustizia ordinaria, a quella sportiva basta anche il fondato sospetto per avviare un procedimento. Va detto che gli eventuali illeciti non sono caduti in prescrizione e che quindi sono ancora perseguibili.
Il gran momento. Secondo le indiscrezioni finora filtrate la molla che avrebbe spinto l’ex collaboratore a contattare l’ufficio indagini sarebbe stata l’improvvisa interruzione del rapporto con la Valle del Giovenco. Che, nelle ultime settimane, è balzata agli onori delle cronache sportive perché i due proprietari - l’avvocato Giovanni Lombardi Stronati (originario di Castel di Sangro) e il dottor Vincenzo Angeloni (originario di Aielli) - stanno rilevando la maggioranza delle azioni del Siena dalle mani dell’ex presidente De Luca. Proprio nell’ultima settimana, tra l’altro, la squadra allenata da Cappellacci, conquistando tre vittorie di fila, ha posto una seria ipoteca sulla promozione in serie C2. A sette giornate dalla fine sono undici i punti di vantaggio sulla seconda della classe, la Santegidiese. In un contesto del genere, fatto di successi sportivi e di escalation al mondo del grande calcio, l’inchiesta federale rappresenta un’ombra. Che a Pescina contano di scacciare al più presto. L’idea di affrontare un eventuale deferimento, un processo e una condanna non viene nemmeno presa in considerazione.



LA REAZIONE

Il patron Angeloni: fiducia nella giustizia sportiva

C’è una sensazione di fastidio nella Valle del Giovenco.
La dirigenza è al corrente dell’apertura di un fascicolo da parte dell’ufficio indagini della Figc.
Ma la diffusione della notizia, ovviamente, non ha fatto piacere ai tesserati gialloverdi, impegnati nella corsa verso la promozione in serie C2.
Per tutti ha parlato il patron Vincenzo Angeloni che, raggiunto telefonicamente, ha dettato la seguente dichiarazione: «Siamo tranquilli, ben consapevoli di aver operato nell’ambito della correttezza e della lealtà. Riponiamo grande fiducia nella giustizia sportiva».
E al senso di queste parole si rifanno anche i commenti informali di dirigenti e giocatori della Valle del Giovenco ai quali ovviamente non fa piacere l’accostamento con l’inchiesta degli 007 della Figc. Il senso di fastidio è appunto legato all’ombra gettata dalla deposizione dell’ex collaboratore dei vertici della società sulle imprese sportive delle ultime stagioni.
Della vicenda si è detto all’oscuro Daniele Ortolano, il presidente del comitato regionale della Figc che organizza il campionato di Eccellenza: «A noi, come comitato regionale, non è pervenuta alcuna segnalazione. E comunque», ha aggiunto, «il lavoro dell’ufficio indagini viaggia autonomamente, rispetto a quello della federazione».





Andrò anche da Borrelli per le mie denunce»
Parla Roberto Sabatini che ha raccontato presunti illeciti all’ufficio indagini
La società gialloverde rassicura la squadra «Nulla da temere» Il patron Angeloni «Sempre corretti»


ROCCO COLETTI



Ha un nome e un volto l’ex collaboratore della Valle del Giovenco che ha denunciato presunti illeciti all’ufficio indagini della Figc. Fatti riferibili alla passata stagione e consumati nel campionato di Eccellenza. Si chiama Roberto Sabatini ed è di Civitella Roveto. Il suo racconto ha determinanto l’apertura di un fascicolo. Che gli 007 federali arricchiranno con altre deposizioni, nei prossimi giorni. Sono già partite le convocazioni per alcuni tesserati.
Signor Sabatini, immagina il perché della telefonata?
«Sì, questa mattina (ieri, ndr) ho letto il Centro. E mi sono anche arrabbiato».
Perché?
«Perché la mia denuncia doveva restare segreta. E, non a caso, ho chiamato anche l’Ufficio Indagini per lamentarmi della diffusione della notizia».
A quando risale la sua deposizione?
«Ho preso contatti con l’ufficio indagini a gennaio. Ma l’audizione è avvenuta il 14 marzo (mercoledì, ndr scorso».
E’ andato con l’avvocato?
«No, ma l’avvocato verrà con me quando sarò ascoltato dal dottor Borrelli».
Ha denunciato fatti precisi?
«No, non le dico che cosa ho detto. Non ci provi nemmeno a chiedermelo».
In realtà la domanda è un’altra: ha raccontato dei fatti o delle voci?
«Dei fatti. E, di conseguenza, dei nomi. Fatti che sono avvenuti sotto i miei occhi».
Quali erano le sue mansioni nella Valle del Giovenco?
«Io sono nato con la Valle del Giovenco. Io ero nell’Aielli che ha assorbito il Pescina. Conosco tutto della Valle del Giovenco. E desidero precisare una cosa».
Prego.
«Lombardi Stronati (il presidente, ndr) non c’entra niente. Nemmeno il Siena. Io ho contattato l’Ufficio indagini prima che prendessero il via le trattative per l’acquisizione del Siena da parte di Lombardi Stronati e di Angeloni».
Visto che i fatti sono riferiti alla passata stagione perché ha aspettato il 17 gennaio?
«Perché tra i mondiali e Calciopoli è trascorsa tutta l’estate e parte dell’inverno. E solo a gennaio ho trovato udienza».
E perché ha deciso di parlare dopo diversi mesi?
«Ho avuto i miei buoni motivi».
Quando ha conosciuto il dottor Angeloni?
«Nel 1995. Sono con lui da molti anni. Ed è inutile che mi faccia tante domande: nella Marsica lo sanno tutti che sono stato il braccio destro di Angeloni».
E perché adesso non lo è più?
«Sono avvenuti dei fatti. E io ho chiesto invano le mie spettanze. Che non sono arrivate. Quindi... E comunque Angeloni sa che sono andato io all’ufficio indagini. Lo sa, eccome se lo sa».
E adesso?
«Sto aspettando gli eventi. E mi sto preparando per andare dal dottor Borrelli (capo ufficio indagini della Figc, ndr)».
Che cosa fa lei nella vita?
«Lavoro in un istituto di vigilanza, da queste parti».
Qui Valle del Giovenco. La notizia dell’apertura di un’inchiesta sulla Valle del Giovenco non ha scosso più di tanto l’ambiente gialloverde. Che, tra l’altro, era a conoscenza della denuncia di Roberto Sabatini. I dirigenti hanno parlato con la squadra rassicurandola. Sia il presidente Lombardi Stronati che il patron Angeloni hanno fatto sapere di non avere nulla da temere. Lo stesso Vincenzo Angeloni mercoledì ha detto: «Siamo tranquilli, ben consapevoli di aver operato nell’ambito della correttezza e della lealtà. Riponiamo grande fiducia nella giustizia sportiva».